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Vitamina D e lattoferrina contro il Covid-19: facciamo chiarezza

By Gennaio 29, 2021No Comments

La vitamina D e la lattoferrina sono proteine naturali ben note da molto tempo, ma che ultimamente sono balzate alla ribalta in relazione al Covid-19. Negli ultimi mesi si è discusso molto, infatti, di una loro possibile efficacia contro il nuovo Coronavirus, con opinioni al riguardo contrastanti.

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Cos’è e a cosa serve la Vitamina D

La vitamina D è una delle tante vitamine presenti all’interno del corpo umano. La sua funzione principale è regolare nell’organismo l’assorbimento e la distribuzione del calcio, recuperarlo (ne espelliamo, infatti, una parte con le urine) e aiutare altri ormoni e proteine a fissarlo nelle ossa.

Oltre a questo, la vitamina D:

  • ha una funzione anti-infiammatoria, in quanto potenzia i sistemi che a livello immunitario controllano i processi infiammatori, “spegnendo” l’infiammazione tramite l’attivazione di alcuni mediatori (proteine che organizzano e regolano le risposte del sistema immunitario) come l’interferone e altre linfochine;
  • sembrerebbe avere anche un’azione anti-virale in grado di inibire l’ingresso di alcuni virus all’interno delle cellule, impedendo, così, che questi si replichino e proliferino nell’organismo.

Il legame tra Covid-19 e vitamina D

Un giusto apporto di vitamina D in tutti i soggetti dovrebbe essere una buona norma a monte, per cui, il consiglio è quello di mantenere sempre una corretta alimentazione, muoversi ed esporsi alla luce solare tutte le volte in cui è possibile, così da conservare livelli adeguati di questa importante vitamina.

Vitamina D: come prenderla

La vitamina D viene assunta:

in parte sintetizzandola dalla pelle tramite esposizione al sole (20-30 minuti al giorno potrebbero essere già sufficienti al fabbisogno quotidiano, senza bisogno d’altro) in parte dagli alimenti, che possono venire in aiuto soprattutto quando vi è poco sole.

In particolare, quelli che ne contengono di più sono:

  • pesce (salmone, branzino, pesce azzurro, triglie)
  • alcuni tipi di funghi (anche secchi)
  • uova.

Nei mesi invernali quando il sole è meno presente, la sintesi di vitamina D si riduce e nell’anziano o nel malato cronico che potrebbe uscire con minor frequenza di casa o soffrire anche di una cattiva alimentazione e/o problemi di malassorbimento, si può verificare un impoverimento di calcio a livello osseo (osteopenia, osteoporosi etc.). Un supplemento di vitamina D prescritto dal medico aiuta a correggerne velocemente la concentrazione nell’organismo, ma per risolvere le problematiche di fragilità ossea sono necessari diversi mesi. Anche l’attività fisica, inoltre, aiuta il calcio a fissarsi all’interno dell’apparato scheletrico.

Attenzione agli integratori

La vitamina D, infatti, se assunta in eccesso, può risultare tossica a livello renale ed epatico: vi è proprio un’epatite da Vitamina D.

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